Lo yoga, la mente, il metodo di insegnamento della scuola insegnanti yoga EFOA

di Martina Notari

Lo Yoga è, come ogni evento, una ideologia. Ogni praticante – sia esso un maestro, un principiante o un realizzato – pratica lo yoga perseguendo un’idea che di esso si è fatta.

Lo yoga non è un fatto oggettivo, non è un insieme di esercizi, non è un risultato, ma è un’idea.

E’ solo in conseguenza di questa idea che lo yoga si traduce in un fatto oggettivo, costituito da un insieme di esercizi che permettono un risultato.

Sono le parole con cui Roberto Laurenzi, apre le pagine che caratterizzano l’anno di Hatha Yoga della scuola Efoa.

Ogni principiante, si legge, si avvicina allo yoga credendo di poterlo afferrare, senza sapere che è egli stesso che sta costruendo il proprio yoga, uno yoga elaborato a misura delle particolari concezioni mentali che sono proprie a lui e soltanto a lui.

Le pagine proseguono poi soffermandosi sul concetto di Mente.

Su tutto il nostro procedere, divenire, comprendere, agire, domina la MENTE.

Dalla mente procede ogni esperienza, dalla mente procede ogni realtà.

Ora, dacché TUTTO È MENTE, tutto è innanzitutto pensiero, ovvero tutto è idea, dunque tutto è innanzitutto ideologia. Questo significa che, nello yoga come nella vita, prima bisogna conoscere come stanno le cose e sapere cosa si vuole, poi si andrà a realizzare quel che si desidera.

E lo yoga, come pure la realtà, sono innanzitutto ed essenzialmente mente.

Perciò , prima di affrontare lo yoga, conclude la dispensa, bisogna capire ed avere idea di quel che si vorrà realizzare, perché, se l’intenzione e lo sforzo saranno sufficienti, certamente si realizzerà tutto quel che si sarà pensato.

Questo significa, parafrasando il Buddha, che ciascuno di noi è artefice dei propri Cieli e dei propri Inferni. E non è cosa da poco scegliersi un Cielo in luogo di un Inferno!